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>Linee per uno studio unitario dei testamenti e dei contratti matrimoniali dell'aristocrazia feudale napoletana tra fine Quattrocento e Settecento
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Linee per uno studio unitario dei testamenti e dei contratti matrimoniali dell'aristocrazia feudale napoletana tra fine Quattrocento e Settecento
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机译:统一研究十五世纪至十八世纪那不勒斯封建贵族的遗嘱和婚姻契约的行
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Maria Antonietta Visceglia, Linee per uno studio unitario dei testamenti e dei contratti matrimoniali dell'aristocrazia feudale napoletana tra fine Quattrocento e Settecento, p. 343-470. L'articolo esamina i nessi tra le strategie successorie e i meccanismi di dotazione delle donne dell'aristocrazia feudale napoletana nella fase compresa tra il tramonto del Medio Evo e il Settecento, periodi che, caratterizzati anche da una ristrutturazione dei rapporti politici tra baronaggio e potere monarchico, segnano entrambi due cesure nella storia della feudalità napoletana. Nei XVI secolo, per gradi e adattando le proprie scelte allle concrete situazioni patrimoniali e alle specifiche storie familiari, l'aristocrazia passa dalla pratica di dividere i beni feudali e di potenziare la crescita delle linee cadette, all'adozione della primogenitura e, più tardi del fedecommesso. Ma anche nei XVII secolo, quando il sistema ereditario nobiliare sembra contraddistinto da una notevole rigidità, (v. rétro) le carte di famiglia, lette unitariamente, rivelano contraddizioni e devianze che diverranno nel XVIII secolo, segni di una crisi latente, ma profonda. Tra XV e XVII la politica matrimoniale si adatta alla nuova strategia e si passa dal matrimonio generalizzato di tutti i figli al matrimonio del solo primogenito maschio. Parallelamente la donna è progressivamente estromessa dalla circolazione dei beni feudali e l'evoluzione della coutume dotale aristocratica, che si allinea sul diritto consuetudinario della Città di Napoli, la stacca più nettamente dalla famiglia d'origine per subordinarla a quella del marito. La sua capacità di testare è ulteriormente limitata, i suoi poteri nell'orientare le scelte economiche dei figli minori ridotti. L'evoluzione quantitativa della dote, pur différente secondo le singole storie familiari, rivela una tendenza alla contrazione nel XVII secolo e poi, nuovamente, alla lievitazione nel Settecento con assegnamenti però spesso solo nominali.
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