Tutto sembra indicare l'avvio di una fase di ripresa, ma dopo i tanti proclami senza seguito continua a prevalere lo scetticismo, in particolare sulle scelte economiche di una Comunita Europea impostata sul "politico-finanziario" a dispetto del "produttivo" tanto da aprire alle libere importazioni per l'interesse dei primi e, allo stesso tempo, penalizzare ulteriormente i secondi con un sempre maggiore carico di regole e regolamenti. Una vera gioia per chi in Italia applica l'accanimento burocratico e per chi puo cosi scrivere di insuccessi in chiave politica. Ed e cosi che un poco attento giornalismo nostrano, in particolare quello televisivo impegnato a screditare piu che a informare, punta l'indice contro le imprese italiane che non sanno piu inventare e investire spostando l'opinione darle vere colpe che vengono poi pubblicate su altre pagine dei giornali con i titoli: Cirio, Parmalat, banche varie ed una politica che vede solo eletti e non elettori, grande industria e sindacati e non le PMI vanto dell'Italia nel mondo. Ed e cosi che passano notizie eclatant! come l'occupazione della grande industria dove lo Stato arriva ad investire anche cinquecento milioni di vecchie lire per uno solo posto di lavoro e nessuno scrive, o parla, del piccolo imprenditore che e oramai obbligato ad essere un dipendente a costo "O" della burocrazia.
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