Nel mondo bio, oltre che per le colture agricole, anche per le produzioni animali si registra un trend più che positivo. Secondo gli ultimi dati disponibili sulla zootecnia, in generale nel 2016 rispetto all'anno precedente si è avuto un aumento consistente del numero di capi vivi, in particolare per bovini (+24,3%) e suini (+13,3%), buono anche l'incremento per i caprini (+ 13%), il pollame (+ 12,3%) e gli equini (+ 9,4%) mentre nel 2017 si è registrato un aumento solo per bovini (+1,5%), suini (+8,3%) e caprini (+1,4%). In questo contesto l'allevamento di bovini destinati alla produzione di latte bio ha incrementato progressivamente la sua incidenza che dovrebbe superare il 20% dei capi presenti negli allevamenti biologici. L'accelerazione della conversione verso iJ biologico registrata per la zootecnia deriva da un lato dallo sviluppo del mercato del biologico, che richiede sempre di più prodotti lattiero-caseari e, dall'altro, da un momento particolarmente complesso dei prezzi sul mercato dei prodotti convenzionali della zootecnia. In effetti nel primo semestre 2017 le vendite di latte e derivati bio (uno dei comparti trainanti) sono aumentate di oltre il 16% e l'onda favorevole continua. Sul piano produttivo l'aumento degli allevamenti italiani che si dedicano al latte bio è legato, oltre che a una maggior adesione alla sostenibilitàambientale, ai margini maggiori offerti da questa tipologia: secondo rilevazioni Ismea, seppur di qualche anno fa ma che rendono l'idea, il prezzo medio alla stalla è generalmente del 28% superiore a quello del latte convenzionale (con un best price dioltre 50 centesimi al litro), ovviamente i costi di produzione sono proporzionalmente più elevati per esempio per i mangimi bio.
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