I negoziati dei rapporti commerciali tra Regno Unito e UE dovranno chiarire l'eventuale innalzamento di barriere doganali, nonché il mantenimento o meno delle normative comunitarie a protezione e tutela delle Dop; due fattori che con l'eventuale svalutazione della sterlina potrebbero avere ripercussioni importanti sull'interscambio import/export tra le due partiTutti i dati mostrano che il Regno Unito è un mercato molto rilevante per l'agroalimentare italiano e il settore caseario non fa eccezione. Nonostante la Brexit, nel 2017 sono stati esportati prodotti agroalimentari made in Italy per 3,3 miliardi di euro. La Gran Bretagna è il quarto sbocco estero dei nostri prodotti agroalimentari: lattiero-caseari, ortofrutta, vino e spumanti e salumi sono i maggiormente richiesti. Relativamente ai formag-gi e latticini, l'Italia rappresenta il quarto fornitore del Regno Unito, con una quota di mercato dell'I 1% in valore. Nel 2016, l'Italia ha esportato nel Regno Unito circa 30mila tonnellate di derivati del latte con un incremento del 12% rispetto al 2015. Di questi, oltre 35mila tonnellate sono formaggi per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro. Ancora meglio nel 2017, anno nel quale ha esportato oltre 37mila tonnellate di formaggi per un valore di oltre 220 milioni di euro.Per quanto concerne il settore lattiero-ca-seario, il Regno Unito non copre il proprio fabbisogno di latte e, nell'ambito dei principali prodotti lattiero-caseari, importa principalmente formaggi. Nel 2017, la Gran Bretagna ha importato dall'UE circa 1.450.000 tonnellate di prodotti lattiero-caseari, con un aumento del 7% rispetto al 2016. In termini di valore rappresentano 3,4 miliardi di euro, con un rialzo del 3% rispetto al 2016.1 principali fornitori di prodotti lattiero-caseari importati.
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