Nel 1972, il Club di Roma presentava la sua prima celebre relazione, "Rapporto sui limiti dello sviluppo". Come reagì l'architettura mondiale a quel documento? Con il postmoderno, poi con decostruzionismo, SuperDutch, blob e altri stili architettonici, tutti accomunati dall'aver semplicemente ignorato questioni ambientali ormai pressanti. Allo stesso tempo, un'attitudine a costruire che mostrasse dei riguardi nei confronti dell'ambiente, la disponibilità a edificare in armonia con la natura e i suoi cicli venivano generalmente associate con professionisti disposti a scendere dalle alte sfere dell'esoterismo per quella che sarebbe stata non più che una visita passeggera.%In 1972, the Club of Rome presented its first well-known report "The Limits to Growth". Global architecture responded to the report with postmodernism followed by deconstructionism, SuperDutch, blob and other architectural styles, all of which shared the same distinguishing trait: they simply ignored the gathering environmental problems. At the time, environmentally friendly approaches to building in harmony with nature and its natural cycles were associated more with professional colleagues descending from the upper echelons of esotericism on no more than a flying visit.
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