La presentazione dell'atteso report "NATO 2030, united for a new era", richiesto dal Segretario Generale Stoltenberg, segna un punto importante per l'Alleanza Atlantica, la cui stessa ragione d'essere era stata messa in dubbio dal Presidente francese Macron, che aveva parlato di NATO in stato di morte cerebrale, e dal Presidente statunitense Trump, che l'aveva considerata obsoleta come un pezzo di antiquariato di cui ci si può disfare. Queste critiche severe hanno provocato una salutare reazione, giunta nella forma di questo report, preparato da un gruppo di "saggi", rappresentanti di USA, UK, Canada, Germania, Francia, Italia, Polonia, Olanda e Turchia. Il bel documento che gli esperti hanno prodotto, pubblicato ad inizio dicembre, si articola in una sessantina di pagine e contiene ben 138 raccomandazioni, tutte con una connotazione politica (come da mandato ricevuto) e di alto livello, ma con suggerimenti anche pragmatici. Il documento costituisce uno stimolo per la revisione del Concetto Strategico della NATO, la cui ultima edizione risale al 2010 (un'era fa!) e che si è dimostrato in larga misura superato già a pochi anni dalla sua pubblicazione (basta pensare che l'annessione della Crimea è del 2014 e che la sfida cinese non era contemplata). L'Alleanza di norma elabora un nuovo Concetto ogni 10 anni, avrebbe potuto e dovuto farlo già da qualche tempo, ma ora l'operazione diventa urgente ed il report auspica tale passo. Il Segretario Generale ha già indicato di ritenere necessario un vertice straordinario nei prossimi mesi.
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