Manu ad ferranti: La crisi militare romana del III secolo dopo Cristo

摘要

Nell'anno 165 d.C. i Romani hanno appena sconfitto i Parti che, 3 anni prima, avevano invaso lo stato-cuscinetto dell'Armenia. Tuttavia le armate romane ritornarono dal fronte portandosi dietro un'epidemia di peste, che dalla seconda metà del II Secolo divenne cronica, contribuendo al declino dell'Impero: nel giro di pochi anni le frontiere sul Reno e sul Danubio-già sguarnite per inviare rinforzi in Oriente - divennero un guscio vuoto, poiché alle loro spalle intere regioni erano state spopolate dalla pandemia, e proprio mentre si profilava una nuova minaccia. Attorno al 150 una grande migrazione di Goti aveva infatti innescato un effetto-domino tra le popolazioni dell'Europa centrale, soprattutto in direzione del confine danubiano. A partire dal 167 Roma dovette pertanto combattere contro le invasioni delle popolazioni germaniche e sarmatico-danubia-ne scacciate dai Goti. Una lotta che pose in tensione l'intero apparato militare dell'Impero, decimato dalla peste: i Marcomanni sfondarono la frontiera annientando un'armata romana a Carnuntum, penetrando in profondità nell'Italia Nord-Orientale (per la prima volta in 270 anni) distruggendo alcune città, e arrivando a cingere d'assedio la strategica piazzaforte di Aquileia. Contemporaneamente 3 generali romani cadevano sul campo di battaglia in Dacia, sconfitti dai Sarmati.