La caseificazione è il processo attraverso il quale dal latte si ottiene un prodotto costituito principal-mente da caseina, grasso e fosfato di calcio, mentre larga parte dei costituenti solubili (proteine del siero (SP), lattosio e alcuni minerali) vengono rilasciati nel siero. Quest'ultimo contiene più della metà dei solidi del latte di partenza, risultando una preziosa risorsa di nutrienti. Dopo la caseificazione, in caldaia residua sotto forma di siero circa l'80-90% in volume del latte lavorato. La gestione di questa materia seconda è di interesse dal punto di vista sia tecnologico sia ambientale. Numerose ricerche sono state realizzate per cercare di sfruttare le proprietà tecno-funzionali, biologiche e nutrizionali di questo "oro" liquido. A livello industriale, le tecnologie a membrana, a partire dall'ultrafiltrazione, hanno rappresentato una svolta nella lavorazione del siero, permettendo di ottenere derivati con nuove funzionalità o utilizzabili come ingredienti in svariati preparati alimentari. Pur essendo il formaggio una buona fonte di proteine, la sua fortificazione con derivati sieroproteici lo renderebbe un alimento nutrizionalmente ancora più valido. Studi relativi a diete ad alto contenuto proteico hanno evidenziato l'importanza delle sie-roproteine per loro rilevanza metabolica nella gestione del peso e della composizione corporea. Linclusione di SP nel formaggio sarebbe una strategia teoricamente praticabile, poiché secondo la definizione adottata dalla Commissione del Codex Alimentari-us (Codex Stan 283-1978), quest'ultimo viene definito come il prodotto in cui il rapporto SP/caseina non superaquello del latte. In ogni caso, la fattibilità di questa pratica è vincolata alla conformità con le normative dei singoli Paesi e alla tipologia di formaggio.
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