È forse ancora troppo presto per contabilizzare i danni provocati dalla pandemia di Covid-19 sul sistema economico e gli inevitabili effetti di medio e lungo termine sul tessuto industriale, italiano e non solo. A bocce ancora in movimento - il coronavirus non può dirsi sconfitto nonostante l'avvio del programma vaccinale - si possono solo stimare le perdite causate nel corso del 2020 e, anche in questo caso, con un buon margine di approssimazione. Nel momento in cui scriviamo, il 2020 si appresta a entrare nel novero degli anni peggiori per l'economia, quanto meno dal secondo dopoguerra in avanti. Le stime della Commissione europea indicano per l'anno appena trascorso una contrazione del PIL a livello mondiale del -4,3% (contro il +2,9% del 2019), che scende al -7,8% nell'Eurozona, a fronte di un rimbalzo del +4,2% previsto per quest'anno. L'Italia - che già negli anni scorsi rincorreva le principali economie europee in termini di produzione industriale - dovrebbe vedere una contrazione del PIL più marcata, intorno al -9%, che solo in parte sarà recuperato durante il 2021 (+4,5%).
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