Sono uno scrittore di fantascienza americano. All'inizio del XXI secolo, ho sposato un'attivista politica serba. Per 10 anni abbiamo vissuto sempre con le valigie in mano. Abbiamo condotto una vita dematerializzata, da ciberspazio, come scrittori di viaggi, mediatori culturali e militanti tecnologici. Il nostro sito e lo schermo del portatile erano il nostro ufficio e i letti di mille alberghi diversi non ci bastavano mai. Ma ci siamo conosciuti a Torino e questa città è diventata il centro della nostra storia d'amore planetaria. I torinesi sono così bizzarri e chiusi da essere un mistero anche per se stessi. E quindi sono gli ospiti ideali per degli stranieri improbabili e curiosi come noi. Gli anni passavano. Piano piano sistemammo i problemi legali con tutte le nazioni, gli Stati, le città, le Provincie e le banche che avevamo provocato o messo in allarme con il nostro stile di vita globale senza radici. Ci aspettava una nuova casa. Comprammo un modesto appartamento a Torino, in modo da avere una residenza valida secondo l'accordo di Schengen. Ma il nostro intento principale era creare uno spazio comunitario sperimentale, un prototipo, una cosa provvisoria.
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