Sito a Bangkok, nel distretto di Ban-grak, il tempio di Sri Mariamman è il più grande santuario induista al di fuori dell'India e il più antico della Tailandia. Meta turistica oltre che religiosa, l'edificio è stato costruito nel 1879 da un migrante tamil hindu ed è dedicato alla dea Mariamman, madre di tutte le divinità tamil. Il tempio è sormontato da una copertura monumentale tipica dei templi dell'India meridionale che si erge per 6 metri finemente decorata con immagini dai colori accesi che identificano le principali divinità in una moltitudine di forme e dimensioni. Il santuario principale è una cupola con copertura di una lastra di rame dorato, mentre all'interno del complesso ci sono tre edifici sacri dedicati a Ga-nesh, Kartik e quello principale di Sri Maha Mariamman, in cui sono situate le statue delle deità, le divinità indui-ste. La famiglia che si è tramandata di generazione in generazione la cura e lo sviluppo del tempio e oggi ne è custode ha deciso, per salvaguardare l'edificio e mantenerne intatta la sacralità, di sostituire i dipinti tradizionali con opere musive, più resistenti e capaci di preservare nel tempo i colori delle figure rappresentate. In quest'ottica ha avuto inizio un delicato intervento artistico di conservazione che è stato affidato a Sicis, azienda ravennate nota a livello internazionale per la realizzazione di mosaici contemporanei per l'architettura. Sicis si è occupata del progetto nella sua totalità, creando manualmente tutte le divinità con la tecnica del mosaico artistico, utilizzando tessere in oro e vetro di Murano. Altrettanto importante è stata la fase di studio della ricostruzione e posizionamento di ogni lavoro formulata con sistemi digitali. Si è trattato di un processo attento e minuzioso di sostituzione delle figure che ha portato a effetti cromatici avvolgenti, all'interno e all'esterno del tempio. L'enorme sforzo è stato possibile grazie alla stretta collaborazione tra i maestri mosaicisti ravennati e gli artisti interni del comitato alla custodia del santuario che hanno dipinto a mano le deità poi spedite in Italia nei laboratori di Sicis dove tutte le opere sono state ricreate con il metodo doppio indiretto, un brevetto registrato, creato nel 1989 dallo stesso presidente dell'azienda, Maurizio Leo Placuzzi. Si tratta di una versione concretamente più versatile del metodo diretto tradizionale per la messa in opera delle creazioni musive. Consente di lavorare direttamente su una maglia simile a vetroresina. Il mosaico può essere costruito con il disegno visibile in superficie, lavorato in negativo manualmente tessera dopo tessera e trasportato nella sua posizione finale. In questo modo possono essere preparate in laboratorio delle grandi super-fici mosaicate, tagliate per il trasporto e quindi assemblate di nuovo per l'installazione finale. Con il metodo doppio indiretto, Sicis è in grado di definire tutte le fasi di progettazione dei mosaici nei propri laboratori di Ravenna affidandole a maestri d'arte con grande esperienza e trasportando poi le opere finite nei luoghi dove troveranno la loro sede definitiva. Con questa tecnica, ogni affresco del tempio di Sri Mariamman è stato minuziosamente ricostruito, scegliendo per ogni pennellata originale il giusto tono corrispondente della tessera di mosaico, tagliata e posata con precisione maniacale. In particolare, per gli incarnati, che sono differenti e spesso rappresentativi della divinità, il percorso di selezione delle tessere è stato cruciale e in questo l'infinita palette cromatica delle tessere di Sicis è stata fondamentale. Il lavoro nella navata centrale ha coinvolto 80 maestri mosaicisti dei laboratori Sicis, mentre complessivamente sono state impiegate più di sei milioni di tessere, tutte ritagliate a mano. Iniziato nel 2016, il progetto vedrà la conclusione tra il 2021 e 2022 con il completamento della rappresentazione delle 20 deità hindu che saranno ospitate lungo le due volte minori laterali del tempio e la realizzazione di 12 micromosaici per la base della navata principale del tempio. Questi ultimi saranno forse i più preziosi proprio perché la tecnica del micromosaico è più impegnativa del mosaico artistico stesso. Solo pochi artisti al mondo ormai hanno il pregio di sapere creare tali lavori.
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