Parte del progetto di riforma dell'area Marciarla voluta da Napoleone nel 1806, i Giardini Reali di Venezia sono uno dei polmoni verdi della città, per lo meno da quando, nel 1920, furono aperti al pubblico. Dopo un lungo periodo di semi-abbandono, seguito da un complesso restauro durato cinque anni, dal 2015 al 2019, tornano ora a essere un luogo-chiave della città lagunare: 5.000 m2 circondati da canali su cui affacciano il Museo Correr, le Sale imperiali di Palazzo Reale, il Museo Archeologico e la Biblioteca Marciano con il leggendario' ponte levatoio che li collega direttamente a piazza San Marco, La 'regia' dell'operazione di recupero è stata affidata alla Venice Gardens Foundation e a due progettisti: Paolo Pejrone che ha supervisionato il restauro botanico (introducendo 22 alberi di alto fusto, 832 arbusti, 6,560 erbacee, 3.150 bulbose e 68 rampicanti) e Alberto Torsello, responsabile invece degli aspetti architettonici. Oltre a rimuovere alcuni volumi accessori e incongrui - tra cui un bunker di cemento armato risalente alla Seconda guerra mondiale -, il progetto di restauro ha previsto anche la ricostruzione delle due Serre: una più grande (formata da un padiglione centrale a pianta circolare e da due strutture ortogonali collegate al Padiglione neoclassico di Lorenzo Santi), e un'altra più piccola (che ospita una raccolta di libri dedicati a natura, giardini e paesaggio), seguendo il progetto di Carlo Aymonino e Gabriella Barbini. Per le Serre, realizzate interamente in vetro e acciaio zincato verniciato, sono stati scelti i serramenti OS2 75 di Secco Sistemi, che coprono la quasi totalità della superficie (nella Serra grande si tratta di 450 m2). I profili, fissati direttamente agli elementi portanti -accoppiati, disegnati e tagliati al laser -, offrono elevate prestazioni in termini di isolamento termico, acustico e pulizia estetica con spessori minimi.
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