L'US Army testa droni da elicotteri BLACK HAWK

摘要

Il Cross Functional Team del programma Future Vertical Lift dell'US Army ha avviato la sperimentazione riguardante l'impiego di droni -denominati ALE (Air Launched Effects) - da elicotteri con una serie di test svoltisi tra febbraio e marzo nel poligono di Yuma. Ulteriori test sono in corso di svolgimento per consentire l'integrazione del sistema di lancio (canister) di droni da ricognizione AREA-I ALTIUS 600 da elicotteri UH-60 BLACKHAWK. Le prove, finora effettuate tramite lancio degli UAS ad alta quota durante la fase di hovering (profilo di missione assimilabile ad impieghi in scenari di tipo COIN), entreranno ora nella fase di test relativa ai lanci a bassa quota, ritenuti maggiormente verosimili in scenari peerear-peer. Le suddette prove, inoltre, rivestono vitale importanza non soltanto per l'integrazione di tale capacità sugli attuali BLACK HAWK, ma anche tenendo conto che la stessa capacità viene ritenuta fondamentale (soprattutto) per il futuro elicottero da ricognizione armata FARÀ. Tramite l'impiego di droni multipli lanciabili da un elicottero, infatti, l'US Army punta ad incrementare le proprie capacità di condurre operazioni multi-dominio. I suddetti droni dovrebbero essere in grado di penetrare/stimolare i sistemi di difesa aerea nemici confondendoli o saturandone le capacità di tiro/tracking, al fine di consentire un certo grado di libertà di movimento ed aumentare le capacità di sopravvivenza degli stessi elicotteri. Gli ALE verranno suddivisi in differenti categorie, a seconda dei compiti loro affidati: dai cosiddetti velivoli ricognitori/scouting DILR (Detect, Identify, Locate, and Report) come il suddetto ALTIUS 600 - dotati di sensori EOI IR, recuperabili e controllabili manualmente dall'equipaggio dell'elicottero o gestiti da una ground station che ne segue la rotta pre-pro-grammata - passando per droni con compiti di jammer/decoy, fino a quelli spendibili contro bersagli d'opportunità. La principale difficoltà da superare per l'utilizzo di un sistema simile è quella di garantire il mantenimento dell'assetto del drone nei primi secondi del lancio, assetto messo a dura prova durante il passaggio all'interno della zona di turbolenza creata dalla spinta verso il basso del rotore principale dell'elicottero. La soluzione utilizzata nei test prevede un particolare timing nel dispiegamento delle ali del drone e nell'accensione del propulsore ad elica. Secondo i programmi del CFT, la sperimentazione dovrebbe concludersi entro un paio di anni.