Attraverso numerosi esempi, si analizzano gli usi finora sperimentati nelle biblioteche dei codici Quick Response (QR). Il QR è un codice a due dimensioni, formato da ‘pixel' neri e bianchi che si dispongono all'interno di una matrice di forma quadrata, contenente informazioni destinate a essere lette da uno smartphone o da altri dispositivi portatili. Scannerizzando questo codice (stampato su manifesti, quotidiani o didascalie), ed elaborandolo attraverso appositi software, si ottengono dati utili e informazioni aggiuntive su un oggetto, un prodotto o un servizio, senza dover digitare indirizzi web e senza dover fare alcuna ricerca supplementare. Contando sulla sempre più ampia diffusione tra gli utenti di dispositivi portatili quali palmari e cellulari, alcune biblioteche stanno sperimentando l'uso di questo codice al fine di veicolare i servizi della biblioteca in modo amichevole e rapido. La Half Hollow Hills Community Library (New York), l'Abilene Christian University (Texas) e la San Diego State University Library, utilizzano codici QR per dare accesso a guide, manuali, piantine della biblioteca, contributi audio e video; mentre l'University of Huddersfield Library (Gran Bretagna) lo adotta in numerosi ambiti: collegamenti a risorse elettroniche, video esplicativi, link a siti utili, numeri telefonici e, soprattutto, come supporto all'OPAC della biblioteca. Anche l'OPAC dell'University of Bath Library incorpora automaticamente nelle registrazioni catalografiche di monografie e periodici QR che codificano autore, titolo e collocazione sullo scaffale. Numerose istituzioni stanno progettando di inserire questo utile strumento tra quelli forniti dalla propria biblioteca. La diffusione del QR code è tuttavia legata a due fondamentali caratteristiche: il possesso da parte dell'utente di uno smartphone e OPAC strutturati in modo da poter essere navigabili attraverso questo tipo di cellulari.
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